Attilio Trentini e i suoi due figli, Guido e Nurdio, furono pittori attivi a Verona dalla fine dell’800 alla fine del 900. Attilio svolse le sue attività come decoratore di grande successo di ville e chiese nel veronese. A suo tempo fu riconosciuto come uno dei pittori più “moderni” della zona, il cui stile fu particolarmente influenzato dal secessionismo viennese. Negli ultimi sette anni, a causa di una lunga e dolorosa malattia che lo confinava in casa, Attilio produsse una quantità considerevole di quadri e quadretti eccezionali— Il suo valore come pittore fu riconosciuto circa vent’anni fa in una mostra alla pinacoteca di Castelvecchio intitolata “Guido Trentini e il suo tempo” nella quale furono esibite parecchie opere del padre.
Guido Trentini, figlio di Attilio, divenne un pittore assai conosciuto. Espose le sue opere alla Biennale di Venezia dal 1910 fino al 1954, e nel 1922 vinse alla Biennale il premio Marini Missana. Le sue opere sono tuttora ricercate da collezionisti in Italia e all’estero.
Nurdio Trentini, fratello di Guido, non raggiunse mai la fama del fratello, ma era molto apprezzato negli ambienti artistici del veronese e spesso espose le sue opere in questo contesto. Alcuni sono dell’opinione che se Guido prevaleva nel disegno, Nurdio eccelleva nel uso del colore.
Sarebbe interessante tracciare la carriera di questi tre pittori, non solo in base all’indubbio valore delle loro opere, ma anche perché rappresentano forse uno degli ultimi esempi di una specie di “atelier” familiare in Italia. Le testimonianze che abbiamo raccolto danno ad intendere che i Trentini, specialmente nella prima metà del 900, erano spesso al centro dell’attività culturale di Verona.Sia Attilio che Guido e poi Nurdio erano molto consci dei movimenti artistici d’oltralpe, e assorbirono ed adattarono queste influenze in modi spesso molto originali.